BIM PER COLMARE IL GAP

1379950_248737231946729_1254602874_n Oggi pomeriggio siamo agguerriti più che mai, sfruttando il nostro hardware per lavorare in BIM, per calcolare dettagliatamente i costi delle opere edili ed il consumo energetico...seguiranno altri post sull'argomento.

“Il cambiamento più importante è che gli oggetti non saranno più isolati, ma dovranno essere in grado di relazionarsi in modo dinamico con i cambiamenti del mondo”, spiega Kowalski. “Si parla molto di Internet of Things, ma è una definizione parziale. Ci sono esempi di oggetti ingegnerizzati alla perfezione che però restano isolati nel  loro contesto, e non in grado di dialogare con la realtà circostante. A me piace parlare di “Community of Things”: una collezione di oggetti, cose, elementi, edifici, impianti… dove gli elementi sono in grado di dialogare e reagire dinamicamente rispetto al cambiamento”. Un’era della connessione in cui il designer è chiamato a cambiare il punto di vista: “I progettisti dovranno smettere di ‘dire’ al computer ciò che vogliono, sulla base dei dati che vogliono ottenere, e al contrario dire loro ‘ciò che vogliamo ottenere’”.

www.nicolapreti.it

 

Progettare per flussi: strategie di sviluppo in Olanda

partm_metabolismSulla base di un'analisi approfondita di tutti i dati, a Rotterdam hanno immaginando i diversi flussi di materia che costituiscono il metabolismo del paesaggio urbano.

FLUSSO # 1: AIR

FLUSSO # 2: BIOTA

FLUSSO # 3: ENERGIA

FLUSSO # 4: FOOD

FLUSSO # 5: L'ACQUA

FLUSSO # 6: MERCE

FLUSSO # 7: PERSONE

FLUSSO # 8: RIFIUTI

FLUSSO # 9: LE SABBIE E ARGILLA

crediti sviluppati da .FABRIC e JCFO per IABR 2014 LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ROTTERDAM animazione: Submarine © IABR 2014

http://iabr.nl/nl/projectatelier/stofstroom-animaties

A breve uscirà una brillante sintesi collettiva con le nostre considerazioni del gruppo #intelligentschooldesign2014 http://www.vodblogsite.org/ sulla recente Biennale di Rotterdam 2014.

Manifesto di Renzo Piano:"Il rammendo delle periferie"

Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile. È fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l'energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. C'è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee.

Siamo un Paese che è capace di costruire i motori delle Ferrari, robot complicatissimi, che è in grado di lavorare sulla sospensione del plasma a centocinquanta milioni di gradi centigradi. Possiamo farcela perché l'invenzione è nel nostro Dna. Come dice Roberto Benigni, all'epoca di Dante abbiamo inventato la cassa, il credito e il debito: prestavamo soldi a re e papi, Edoardo I d'Inghilterra deve ancora renderceli adesso. Se c'è una cosa che posso fare come senatore a vita non è tanto discutere di leggi e decreti, c'è già chi è molto più preparato di me. Non è questo il mio contributo migliore, perché non sono un politico di professione ma un architetto, che è un mestiere politico. Non è un caso che il termine politica derivi da polis, da città. Norberto Bobbio sosteneva che bisogna essere «indipendenti» dalla politica, ma non «indifferenti» alla politica.

Se c'è qualcosa che posso fare, è mettere a disposizione l'esperienza, che mi deriva da cinquant'anni di mestiere, per suggerire delle idee e per far guizzare qualche scintilla nella testa dei giovani. Una scintilla di una certa urgenza, con una disoccupazione giovanile che sfiora una percentuale elevatissima.

Quindi con il mio stipendio da parlamentare ho assunto sei giovani, che ruoteranno ogni anno e che si occuperanno di come rendere migliori le nostre periferie. Perché le periferie? Le periferie sono la città del futuro, non fotogeniche d'accordo, anzi spesso un deserto o un dormitorio, ma ricche di umanità e quindi il destino delle città sono le periferie. Nel centro storico abita solo il 10 per cento della popolazione urbana, il resto sta in questi quartieri che sfumano verso la campagna. Qui si trova l'energia. I centri storici ce li hanno consegnati i nostri antenati, la nostra generazione ha fatto un po' di disastri, ma i giovani sono quelli che devono salvare le periferie. Spesso alla parola «periferia» si associa il termine degrado. Mi chiedo: questo vogliamo lasciare in eredità? Le periferie sono la grande scommessa urbana dei prossimi decenni. Diventeranno o no pezzi di città? Diventeranno o no urbane, nel senso anche di civili? Qualche idea io l'ho e i giovani ne avranno sicuramente più di me. Bisogna però che non si rassegnino alla mediocrità. Il nostro è un Paese di talenti straordinari, i giovani sono bravi e, se non lo sono, lo diventano per una semplice ragione: siamo tutti nani sulle spalle di un gigante. Il gigante è la nostra cultura umanistica, la nostra capacità di inventare, di cogliere i chiaroscuri, di affrontare i problemi in maniera laterale.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2014-06-18/il-rammendo-periferie-094517.shtml?uuid=ABBYPHSB

#RenzoPiano

L'esperienza del design olandese contemporaneo

rutger_de_regt_m_m_biovazen_klein_paars_edwin_pelser Ricordo per chi fosse interessato e curioso al mondo del design olandese le due lecture di VENERDI 26 SETTEMBRE dalle ore 14.30 dal titolo "REINTERPRETATION OF MASS PRODUCTION e "MATERIALIZING THE FUTURE". Seguirà un workshop di progettazione SABATO 27 SETTEMBRE dalle ore 10.00 intitolato "MASS VS VOLUME".

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