Chi compra casa o abita in un immobile da diversi anni, spesso non valuta quando dovrebbe ristrutturare. Il risultato è che si trova a intervenire quando i problemi sono diventati gravi, con un consistente aumento dei costi.
Il consiglio è quello di occuparsi della manutenzione dell'edificio fin dall'inizio, per risolvere i problemi attraverso piccoli interventi.
Come iniziare a ristrutturare il proprio edificio?
La manutenzione straordinaria è un argomento che riscuote poca considerazione, a meno che non si siano problemi gravi da risolvere. Pensiamo che il nostro immobile sia eterno, e invece, come noi, anche lui invecchia.
Come iniziare a ristrutturare il proprio edificio? Una motivazione molto forte è la volontà di renderlo antisismico e di sentirsi al sicuro in caso di terremoto. La parte economica è il fattore che più spaventa, oltre alla paura di affrontare un cantiere dai tempi lunghi e dalla riuscita incerta.
Il fattore della sicurezza è la motivazione più grande che spinge a intraprendere una ristrutturazione. In un recente intervento di rifacimento strutturale della copertura, ho chiesto alla committente il motivo per cui avesse deciso di ristrutturare: "Dal terremoto del Friuli la casa ha presentato delle crepe, che si sono approfondite nel tempo e hanno favorito il verificarsi di altre crepe minori negli anni. Sul tetto, a mia memoria, non si era mai intervenuti. Il tempo e i cambiamenti climatici hanno peggiorato notevolmente la situazione negli ultimi anni. Ho deciso, quindi, di far cucire le principali crepe e di ristrutturare il tetto anche per rendere la casa più sicura dal punto di vista sismico".
Un grande problema che abbiamo in Italia è l'età del patrimonio edilizio residenziale. La situazione, ad oggi, è questa:
18% edifici realizzati prima del 1919,
12% edifici realizzati tra il 1919 ed il 1945,
33% edifici realizzati tra il 1946 e il 1971,
18% edifici realizzati tra il 1972 e il 1981,
12% edifici realizzati tra il 1982 e il 1991,
7% edifici realizzati dal 1992 ad oggi.
La prima vera normativa antisismica nazionale è del 1974, perciò il 70-80% del patrimonio edilizio italiano è progettato in assenza di normative antisismiche. Sia chiaro, non significa che non siamo sicuri a priori, ma occorre tenere conto di questo dato con attenzione e consapevolezza.
La grande sfida dei prossimi anni, quindi, sarà quella di intervenire con criterio sugli edifici esistenti, conoscendoli prima e operando su essi con interventi mirati che possano coniugare gli aspetti della resistenza antisismica, dell'acustica e dell'efficientamento energetico.
Non da ultimo, avere la possibilità di valutare anche la demolizione dell'edificio stesso, quando intervenire troppo si configuri come un'operazione di “accanimento terapeutico”.
Un esempio di ristrutturazione di un immobile
In un recente progetto di ristrutturazione di un tetto in un edificio storico, ho scelto di intervenire per non appesantire la situazione esistente e di utilizzare materiali leggeri, compatibili con la situazione esistente (come legno, calce e altri materiali naturali a bassa densità).
A un anno dalla conclusione dei lavori ho chiesto alla committente in che modo la consulenza con un architetto sia stata utile per affrontare la manutenzione del proprio edificio e risolvere i problemi: "Il compito dell'architetto è, ovviamente, quello della progettazione dell'intervento e, quindi, di chiarire anche al cliente gli obiettivi che è possibile raggiungere, con l'attenzione al punto di vista estetico oltre che strutturale. Fondamentale, nella stesura di un progetto è l'indicazione delle diverse competenze necessarie per il raggiungimento dell'obiettivo e il loro coordinamento".
L'intervento di ristrutturazione aveva l'obiettivo che la tenuta strutturale fosse garantita per i prossimi 50 anni e al tempo stesso fosse migliorata l'efficienza energetica dell'edificio.
Quali sono stati quindi i benefici della ristrutturazione? "Si sente chiaramente la capacità di isolamento termico di questi materiali e, comunque, l'aspetto estetico è decisamente soddisfacente".
Per approfondire: Ristrutturazione di un edificio storico
il primo passo per ristrutturare il proprio edificio
Il primo passo da fare, invece di buttarsi a capofitto in un intervento di ristrutturazione e di affrontare un cantiere con i relativi tempi e costi, è quello di concentrarsi su una buona analisi dei problemi.
In questo modo potrai capire, con l'aiuto di un tecnico, quali sono gli interventi veramente indispensabili da fare, ed evitare di sprecare soldi e tempo. Ti elenco le analisi principali da fare, in base all'età del tuo edificio:
50 anni: prove per verificare la resistenza delle strutture, ad esempio per controllare la posizione dei ferri all'interno dei getti di cemento armato;
20 anni: monitoraggio delle fessure, per determinare negli edifici eventuali deformazioni e le opportunità di un intervento di consolidamento;
10 anni: analisi termografica, per analizzare le dispersioni di calore dalle pareti, finestre e copertura;
2-5 anni: analisi della temperatura interna, umidità e composti organici volatili, per determinare i valori che influenzano lo stato di salute delle persone.
In ogni caso, ogni edificio è unico, per questo ti consiglio sempre di richiedere una consulenza tecnica prima di ristrutturare. RICHIEDI UNA CONSULENZA oggi stesso per scoprire come ristrutturare il tuo immobile!