Il 2 dicembre scorso ho avuto il piacere di partecipare come relatore alla conferenza “Sfere di sapere – Contributi per formare le professioni del futuro” presso la sala convegni di Aquardens a Pescantina (VR), evento promosso da Qsfera e ISI Strategie, con il supporto organizzativo di Taeda Communication.
L'evento ha avuto un grande successo di pubblico, con oltre cento presenti tra imprenditori e professionisti grazie al tema quanto mai attuale dell’evoluzione dei processi di apprendimento e specializzazione nel mondo del lavoro moderno.
Molti e molto eterogenei gli interventi dei nove relatori con la brillante regia di Mandia Marino: Michele Vasselai, Silvana Rigobon, Mandia Marino, Matteo Adamoli, Simone Puliafito, Laura Dai Prà, Nicola Preti, Marco Comensoli, e Mario Magagnino.
L’argomento che ho trattato è stato “Educare all‘architettura sostenibile, un esempio di professione che si rinnova”.
Ho sottolineato l’importanza che gli edifici hanno nei confronti dell’ambiente. Gli edifici consumano il 40% dell’energia globale ed emettono un terzo dei gas a effetto serra. I proprietari di case, i costruttori e i progettisti sono direttamente responsabili dell’aumento dei livelli di anidride carbonica che attualmente è stabile a 400 ppm (il limite per l’aumento di 2 °C è di 550 ppm).
Ma la domanda fondamentale che mi sono posto è stata: “Perché il cambiamento climatico è un’opportunità per la mia professione di architetto a livello locale?”
Il primo motivo è perché gli edifici hanno un ciclo di vita lungo, e per questo le costruzioni di oggi influenzeranno le emissioni di gas serra dei prossimi anni.
Il settore delle costruzioni ha il potenziale più alto per regolare a lungo termine l’effetto serra portando benefici economici e sociali.
La mia visione progettuale segue quella dettata dalla strategia europea in fase di programmazione per il 2030, che è quella di progettare e produrre secondo le regole della natura.
Gli obiettivi della strategia europea per il 2030 su base 1990 sono:
- ridurre le emissioni di gas serra almeno del 40%,
- produrre almeno il 27% dell’energia da fonti rinnovabili,
- aumentare almeno del 27% l’efficienza energetica delle infrastrutture.
Per questi motivi la conclusione della mia presentazione è stata il ripensamento della mia professione di progettista nel 2016. Il mio principale servizio è la progettazione e la ristrutturazione di edifici con materiali naturali. Mi rivolgo a privati, aziende, imprese edili, amministratori condominiali che desiderano un progetto ecologico e sano che duri nel tempo. Questo pensiero mi ha portato negli ultimi anni a specializzarmi in progetti di edifici naturali che impiegano materiali ecologici come la canapa, la paglia, l'argilla e la calce.
Quest’anno il progetto di ristrutturazione di una casa con la canapa a Verona ha vinto il Premio nazionale Sustainable Renovation Grand Prize di Construction21 , mentre l'edificio industriale a energia quasi zero realizzato a Buttapietra (VR) ha vinto il premio nazionale Energy & Temperate Climates.
Entrambi sono stati finalisti al Green Building Solutions Awards 2016 in occasione della COP22, conferenza sul clima a Marrakech.
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