Quanto possiamo ancora costruire?

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di Nicola Preti e Giacomo Tomasini #intelligentschooldesign http://www.vodblogsite.org/  www.nicolapreti.com

Da una recente richiesta pervenuta sul mio sito internet www.nicolapreti.com “Buongiorno, vorrei fare una certificazione energetica del mio appartamento di 50 mq. Ho visto che con groupon si spendono 39 euro, ma non mi fido. Riesce a farmela lei con una ventina di euro in piu'?", ho potuto capire che la cultura delle persone sulla sostenibiltà degli edifici è spaventosamente arretrata.

Nell’attuale sistema di certificazione, manca nella valutazione del sistema di monitoraggio la misurazione dei risultati.

Infatti sappiamo che abbiamo la casa in classe A o G, ma che cosa vuol dire in termini economici, ambientali ed energetici?

La valutazione di ogni singolo intervento, specie nella parte che si riferisce al contenimento degli impatti ambientali, ha come riferimento due importanti principi di sostenibilità ambientale:

-ogni intervento non deve gravare negativamente sul metabolismo urbano, ossia sul flusso di energia e materiali che compongono l’ecosistema urbano;

-di conseguenza l’energia consumata negli interventi non deve essere superiore all’energia prodotta dall’ambiente, a pena del collasso dell’ecosistema urbano.

Vediamo nei nostri comuni case in costruzione, ma per chi sono e perchè?

Chiedete ai vostri amministratori, così per curiosità, ma quanto territorio possiamo ancora consumare?

Durante il workshop #intelligentschooldesign a Bassano del Grappa abbiamo affrontato il problema di realizzare beni ed infrastrutture senza aumentare il carico sul territorio (in presenza di una domanda crescente di infrastrutture a causa della crescita di popolazione e reddito, almeno a scala globale).

Abbiamo risposto a questo tema applicando la regola del decoupling, http://en.wikipedia.org/wiki/Decoupling la quale implica un radicale ripensamento sia del sistema urbano, sia di quello produttivo, che devono essere pensati come un sistema metabolico chiuso, in cui gli input ricavati dal prelievo di materia sono ridotti drasticamente e successivamente, sostituiti da input biologici. Ugualmente devono essere eliminati gli output.

L’evoluzione sostenibile del progetto, è data dal rispetto degli standard imposti dalle Convenzioni internazionali e dalle Direttive europe, ratificati nella legislazione italiana.

Per iniziare un progetto sostenibile di qualsiasi tipo, si dovrebbe valutare la pressione sulla bioticità dell’esistente e delle future realizzazioni, tramite lo strumento dell’impronta ecologica http://it.wikipedia.org/wiki/Impronta_ecologica che è un indicatore sintetico di sostenibilità ambientale che stima l’impatto che una data popolazione, attraverso i propri consumi, esercita su un certo territorio.

Lo scopo è quello di realizzare un progetto sostenibile che punti a ridurre l’impatto sulle risorse del pianeta e ad aumentare la loro capacità di regenerarsi.

 

Per il calcolo dell’impronta ecologica di Bassano del Grappa abbiamo utilizzato: la superficie territoriale: 4679 Ha, il numero degli abitanti: 43709 persone, la superficie bioproduttiva: 4178 GHa (56% superficie totale) e l’impronta ecologica media della Provincia di Vicenza: 3,80 Ha/abitante

Il risultato è un deficit di 34 volte, cioè Bassano consuma risorse naturali 34 volte in più rispetto alla sua superficie territoriale.

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Per il calcolo completo: http://www.slideshare.net/nicolapreti1/calcolo-impronta-ecologica-bassano-del-grappa-vi#

Questo calcolo ci ha fornito uno strumento per comprendere come il territorio necessiti di una riduzione del consumo di suolo.

Analizzando le indicazioni internazionali al 2030 e al 2050, l’impronta ecologica dovrà scendere rispettivamente attorno a 2,1 ha/ab e a 1,0 ha/ab, secondo il documento WWF, Impronta Ecologica Regioni Obiettivo 1, 2004.

Se a questa necessità associamo la volontà di aumento della produttività del sistema industriale, determiniamo una politica di decoupling http://en.wikipedia.org/wiki/Decoupling che è uno dei modelli sostenibili che l’Unione Europa ha scelto per lo sviluppo dei territori tramite il metabolismo delle risorse.

In linea con queste idee, possiamo citare la Apple che si è proposta l'obiettivo di ridurre la propria impronta ecologica per i nuovi Data Center:

http://www.wired.com/2014/04/green-apple/

Provate a chiedere nel vostro Comune qual è l’impronta ecologica e scrivetemi cosa vi rispondono!

Strumenti utili:

Linee guida per una progettazione sostenibile, Giuseppe Longhi, Officina Edizioni, 2003

Dispense del corso Intelligent School Design, http://www.vodblogsite.org/, Bassano del Grappa, 2014

Calcolo impronta ecologica: ImprontaSlides

http://www.myfootprint.org/

http://footprint.wwf.org.uk/

http://daily.wired.it/news/cultura/il-conto-della-terra-e-in-rosso-ripartiamo-dal-mediterraneo.htmlhttp://www.planetizen.com/taxonomy/term/6829

Nella foto: Bassano del Grappa (Vi)

www.nicolapreti.com