Sono stato chiamato sull'Appennino bolognese per un progetto affascinante: la ristrutturazione di una villa indipendente immersa nel bosco.
I committenti mi hanno scelto per la mia esperienza in bioarchitettura, con l'obiettivo di rinnovare l'edificio utilizzando materiali a basso impatto ambientale.
Arrivando sul posto, sono stato accolto dai colori vivaci dell'autunno.
Foglie dalle mille sfumature, dal giallo al rosso, tappezzavano il terreno.
Varcando il cancello di proprietà, mi sono trovato di fronte a una villa costruita negli anni '60 da un progettista colto e sensibile.
Con mia grande sorpresa, ho scoperto di essere davanti a un vero capolavoro architettonico.
La villa presenta tutti i caratteri tipici dell'architettura di quell'epoca: un ritmo ben definito, una tessitura in facciata che combina sapientemente legno, mattone e cemento.
Le travi a sbalzo in cemento armato richiamano le costruzioni in legno, creando un dialogo armonioso tra tradizione e innovazione.
Non ho potuto fare a meno di pensare che, a pochi chilometri di distanza, Alvar Aalto stava realizzando nello stesso periodo il suo unico progetto italiano, la chiesa di Riola.
L'edificio mi ha ricordato il pensiero costruttivo della stalla del Modesto in Lessinia, dove il sistema costruttivo in legno a block-bau viene reinterpretato con materiali consoni al paesaggio, la pietra.
Di fronte a questa meraviglia, quando la committente mi ha chiesto cosa ne pensassi, sono rimasto momentaneamente senza parole.
Il mio approccio alla ristrutturazione sarà rispettoso e delicato.
Invece di stravolgere completamente il progetto originale, come altri progettisti avevano proposto, intendo convivere con l'esistente.
Manterrò le particolarità della casa: i dettagli costruttivi, i serramenti finemente realizzati e smontabili, i muri interni in mattoni faccia a vista che ricordano le case californiane del periodo modernista.
Il mio intervento principale sarà portare i colori del bosco all'interno della villa.
Sostituirò il bianco delle pareti con argilla colorata, riprendendo le tonalità autunnali del paesaggio circostante.
Questa scelta risponde al desiderio del committente, un chirurgo stanco del bianco asettico degli ospedali, che cerca colore e vita nella sua abitazione.
E da una massoterapista che segue le orme della prozia, facendo il suo stesso mestiere, che vuol riportare il cuore e i colori dei ricordi della villa lasciatale in eredità senza alterarne l’anima.
Isolerò l'involucro per migliorare l'efficienza energetica e il comfort, permettendo di ridurre al minimo gli impianti necessari.
Il contesto naturale e verde renderà superfluo un sistema di raffrescamento.
In sintesi, il mio lavoro sarà quello di osservare e rispettare, di sedermi accanto allo spirito originale del progetto per reinventarlo in modo pacato.
Manterrò ciò che funziona, migliorerò dove possibile e applicherò le conoscenze acquisite sui materiali a basso impatto ambientale.
Questo approccio, che ho già sperimentato in contesti come la Lessinia, permette di preservare l'anima dell'edificio pur adattandolo alle esigenze contemporanee.
Inoltre la chiameranno dopo la ristrutturazione CASA ELENA, che era il nome della zia.